Dopo secoli di “letargo”, il 24 agosto 79 d.C il vulcano Vesuvio erutta devastando prosperose città romane come Pompei ed Ercolano, uccidendo migliaia di persone.
Eruzione Vesuvio 79dC a Ercolano e Pompei del 24 agosto 79 d.C, iniziato a mezzogiorno, congela la routine quotidiana, lavori, piaceri e prosperità distruggendo le città di Ercolano, Pompei, Stabia e Oplontis. Recenti ritrovamenti archeologici come la frutta secca carbonizzata e bracieri, e di una antica moneta che riferisce della quindicesima acclamazione di Tito a imperatore, avvenuta dopo l’8 settembre del 79, lasciano supporre che l’eruzione sia avvenuta in autunno, probabilmente il 24 ottobre di quell’anno.
Nube piroclastica a 100 km all’ora

Il Vulcano Vesuvio scaricò nell’aria una nuvola a forma di fungo di cenere e ciottoli (la nube piroclastica) alta 26 km fino alla stratosfera. Quando collassò si abbatté sul territorio circostante alla velocità di oltre 100 chilometri orari, seppellendo ogni cosa che trovò sul suo cammino. Nelle successive 12 ore, cenere vulcanica e pietre pomici cadono a Pompei, facendo fuggire terrorizzati la stragrande maggioranza degli abitanti della città. Però circa 2.000 persone decisero di rimanere in città, nascondendosi in volte o edifici in pietra, nella speranza che l’eruzione fosse un evento passeggero.
Pompei ed Ercolano, città prosperose
Le città di Pompei ed Ercolano prosperavano ai piedi del Vesuvio nel Golfo di Napoli. Un vulcano inattivo da otto secoli che scambiarono per una semplice montagna. Agli inizi dell’Impero Romano vivevano a Pompei circa 20.000 persone, tra cui commercianti, produttori e agricoltori, sfruttando le risorse della terra fertile di origine vulcanica con molti vigneti e alberi da frutto.
Ercolano è una città di 5.000 abitanti il cui nome deriva dal leggendario eroe Ercole divenne una destinazione estiva preferita per i ricchi romani per la sua vicinanza al mare che costruirono lussuose ville romane e terme. Come in tutto l’impero romano, anche queste due città non erano esenti dalla presenza del gioco d’azzardo e prostituzione, come testimoniano reperti ritrovati sia a Ercolano che a Pompei.
24 agosto 79 dC eruzione del Vesuvio a Pompei ed Ercolano

All’inizio un forte vento protesse Ercolano dalle prime fasi dell’eruzione, ma poi un’enorme nuvola di cenere e aria calda spazzò il fianco occidentale del Vesuvio, inghiottendo la città, bruciando o soffocando tutto il resto. Questa nuvola letale è seguita da “fiumi d’acqua” di fango vulcanico e rocce calde, seppellendo Ercolano. La mattina del 25 agosto i sopravvissuti di Pompei furono uccisi dalla nuvola di gas velenoso che entrò in città, soffocandoli tutti. Intanto pietra e cenere coprivano tetto e pareti, seppellendo i morti.
Testimonianza di Plinio il Giovane
Gran parte di ciò che sappiamo di questo evento proviene dagli scritti dello scrittore e senatore romano Plinio il Giovane (circa 61-114 d.C.) e da Plinio il vecchio. Storici che vivevano a Miseno, lungo il Golfo di Napoli a circa 35 chilometri da Pompei quando scoppia il Vesuvio. Nella due lettere che scrisse allo storico Tacito, Plinio il Giovane ha descritto il “modo in cui le persone si coprono la testa con i cuscini, l’unico mezzo di protezione contro una grandine” e “come una terribile nuvola scura si riempie di materiale infiammabile che improvvisamente esplose.
Seppellite e dimenticate dalla Storia
Plinio aveva solo 17 anni, fu fortunato a sfuggire al disastro e in seguito divenne un famoso scrittore e amministratore romano. Suo zio, Plinio il Vecchio, famoso naturalista e comandante della flotta romana nel Golfo di Napoli, fu meno fortunato. Dopo lo scoppio del Vesuvio per indagare sulle cause partì dalla baia per Stabiae con la barca, ma quando arriva sul posto, muore inalando il gas tossico. Secondo la storia raccontata da Plinio il Giovane, l’eruzione è durata 18 ore. Pompei fu sepolta sotto cenere e pomice spesse 6 – 18 m mentre Ercolano fu sepolta sotto 18 m di fango e materiale vulcanico.
La scoperta delle città sepolte
Dopo la fine dell’eruzione Vesuvio 79dC alcuni abitanti di Pompei tornarono a scavare tra le case distrutte per salvare oggetti di valore, ma molti tesori furono lasciati indietro e poi dimenticati. Le due città furono sepolte sotto spessi strati di lava e fango, e mai più ricostruite, vengono gradualmente dimenticate durante i secoli seguenti. Solo nel 18° secolo, Pompei ed Ercolano furono scoperte e dissotterrate, fornendo una documentazione archeologica senza precedenti della vita quotidiana di un’antica civiltà che, grazie alla morte inaspettata, fu preservata in un modo incredibile.
- Nel 18° secolo, scavando un pozzo a Ercolano, trova una statua di marmo, seguito da altri oggetti d’arte preziosi, ma il progetto è stato abbandonato a metà strada dal governo locale.
- Nel 1748, un contadino trovò dei reperti di Pompei sotto il suo vigneto. Da allora, gli scavi hanno avuto luogo fino a ora.
- Nel 1927, il governo italiano ha riavviato gli scavi di Ercolano, raccogliendo molti tesori artistici, tra cui statue in bronzo e marmo.
Gli stampi dei corpi nel 1982
A Pompei furono ritrovati i corpi di 2.000 uomini, donne e bambini. Dopo il soffocamento, gli strati di cenere si irrigidiscono gradualmente proteggendo e plasmando la forma del corpo. Quando il corpo si decompone lasciando solo le ossa, forma uno “stampo”. Gli archeologi riempiono gli stampi con gesso, rivelando al mondo la verità della postura durante la morte delle vittime del Vesuvio.

Allo stesso modo anche il resto della città è ben conservato nel tempo, oggetti ordinari mostrano la vita quotidiana a Pompei, testimonianza maggiormente preziosa per gli archeologi di statue e dipinti. Si deve aspettare fino al 1982 per avere certezza di come i primi resti umani trovati a Ercolano e centinaia di scheletri portavano orribili ustioni testimonianza di una morte orribile.
Vesuvio, unico vulcano attivo in Europa
Oggi il Vesuvio è l’unico vulcano attivo nell’Europa continentale. La sua ultima eruzione avvenne nel mese di marzo del 1944 e la sua ultima grande eruzione avvenne nel 1631. Si prevede che un’altra eruzione si verificherà nel prossimo futuro e potrebbe causare disastri per 700.000 persone che vivono nella “zona della morte” intorno alla montagna.
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